domenica 11 gennaio 2015

"Noi siamo grandi come la vita" di Ava Dellaira

TRAMA:

Tutto inizia con un compito assegnato nei primi giorni di scuola: "Scrivi una lettera a una persona che non c'è più". E così Laurel scrive a Kurt Cobain, che May, la sua sorella maggiore, amava tantissimo. E che se n'è andato troppo presto, proprio come May. Perderla è stato indescrivibile, qualcosa di cui Laurel non vuole parlare. Sulla carta, invece, Laurel si lascia finalmente andare. E dopo quella prima lettera, che non consegnerà all'insegnante, continua a scriverne altre, indirizzandole a Amy Winehouse, Heath Ledger, Janis Joplin e altri idoli della sorella scomparsa. Soltanto a loro riesce a confidare cosa vuol dire avere quindici anni e sentire di avere perso una parte di sé, senza nemmeno potersi aggrappare alla famiglia perché è andata in mille pezzi. Finché, come un viaggio dentro di sé, quelle lettere porteranno Laurel al cuore di una verità che non ha mai avuto il coraggio di affrontare. 








IL MIO PENSIERO:

Devo esser sincera. I libri a mo di diario non mi hanno mai entusiasmato e li ho sempre evitati.
Che devo fare? Dopo un po' mi annoiano. 
Anche se anche io quando ero piccola avevo un diario dove scrivevo delle mie amiche, dei giorni a scuola e forse di qualche fantasia romantica. Sicuramente, se lo rileggessi ora mi farei due risate.
 "Noi siamo grandi come la vita" mi ha preso fin da subito. Non tanto la copertina, ma il titolo l'ho trovato bellissimo perché nel titolo c'è tutto e poi, diciamocelo, è un bel titolo.

Laurel ha perso la sorella, May, che per lei era bellissima, perfetta e inarrivabile. May era il sole attorno a cui ruotava tutto.
May si è suicidata. Quel giorno le sue ali di fata non l'hanno aiutata.
E così che una sera May sveglia Laurel e le racconta di essere una fata, che entrambe sono fate, e che devono fare un incantesimo per scacciare le ombre cattive.
La perdita di una persona vicina ci distrugge, soprattutto quando si è impreparati.
Così, Laurel si trova da sola. Va a vivere col padre e si iscrive in un'altra scuola perché non vuole andare in aule e vedere la compassione negli occhi degli altri. Nella nuova scuola conosce altra gente e instaura delle nuove amicizie che non sono a conoscenza del suo passato. E qui, si prende una bella cotta per Sky.
Scrive anche di lui nelle lettere oltre che di May.
Ed è così che da un semplice compito di inglese, Laurel inizia a scrivere una, due, dieci lettere a nomi illustri ormai defunti come Kurt Cobain, Elizabeth Bishop, Jim Morrison e Janis Joplin.
Alla fine, è grazie a queste lettere che Laurel riesce a perdonare e a perdonarsi.

Mi è piaciuto leggerlo perché esplora a fondo il mondo di Laurel, non solo il suo dolore e le sue speranze, ma anche la sua realtà familiare, le sue amicizie, le prime esperienze amorose ma anche, come sia difficile a volte, essere adolescente.
Il libro termina con l'ultima lettera indirizzata, naturalmente, a May. E vi lascio proprio con questa sua ultima lettera che mi ha toccato nel profondo.


"Cara May,
stanotte ti ho sognato. Ti guardavo camminare sui binari, le braccia illuminate dalla luna che ti tenevano in equilibrio come sottili ali bianche. Ti ho visto mentre ti voltavi a guardarmi. Ho sentito i tuoi occhi nei miei. Ti ho visto cadere. E ti ho visto lì, sospesa, come se l’aria ti sostenesse. Continuavo a ripetermi di muovere i piedi. Ma non ci riuscivo. Erano bloccati. Continuavo a pensare che tu mi stavi aspettando. Avevo ancora un istante. Se fossi riuscita a raggiungerti, ad allungarmi e ad afferrarti la mano, a trascinarti di nuovo sui binari, sulla terra. Invece il mio corpo era paralizzato. 

Io provavo con tutte le mie forze, ma sollevare un piede era un’impresa disperata, quanto spostare una montagna. È stata una sensazione terribile. Ero in preda al panico, stavo cercando in tutti i modi di venire da te.
Poi ti ho sentito sussurrare: «Laurel», mentre tornavi a darmi le spalle. «Guarda.» Ed è stato allora che l’ho visto: ho visto che spiegavi le ali. Erano sottili come carta velina, ma più forti di qualunque cosa, scintillanti come gocce d’acqua. Non erano spezzate. Ti stavano portando su, in cielo. Sei diventata sempre più piccola, fino a ridurti a un puntino di luce, come una stella. E io ho capito che eri là. Là e ovunque."





"Il nostro amore è per sempre" di James Patterson

TRAMA:

La forza del primo amore può cambiare la nostra vita per sempre.
Axi Moore è una «brava ragazza»: studia, è riservata e non dice a nessuno che il suo desiderio più grande è scappare da tutto. L’unica persona con cui riesce a confidarsi è Robinson, e si dà il caso che sia pazzamente innamorata di lui. E quando Axi invita impulsivamente Robinson a fare un viaggio on the road, per la prima volta fa qualcosa di nascosto e contro ogni regola. Un’avventura in piena regola, che ben presto, però, sfugge al controllo dei due ragazzi.





 






IL MIO PENSIERO:

James Patterson, considerato uno dei più importanti autori di thriller dei nostri tempi, si cimenta in un altro genere con Il nostro amore è per sempre, insieme a Emily Raymond, e lo fa in maniera impeccabile.
Ho letto in giro che questo libro sembra essere una copia di Colpa di stelle di John Green. Non ho letto il libro, ma ho visto il film per cui non posso dire se siano copie identiche o meno. Ma sicuramente abbiamo due stili di scrittura e due modi di vedere le cose assolutamente diversi, per cui, a mio avviso, non credo che si possa parlare di copie.
La protagonista, Axi Moore, è una grava ragazza, una cosidetta BR, come la ama chiamare il suo amico, Robinson.
Axi e Robinson si sono conosciuti al reparto di oncologia in cui entrambi erano stati ricoverati e adesso sono entrambi in remissione.
Un giorno Axi decide che vuole intraprendere un viaggio "on the road" e Robinson accetta di seguirla in questa avventura. Da questa esperienza impareranno che nella vita bisogna rischiare che e poi il messaggio del libro. 
Quante volte siamo assaliti da timori e paure e per questo ci lasciamo sfuggire delle occasioni?
La storia di Axi e Robinson, in poche parole, mi ha emozionato e mi ha commosso. Forse la forza di questo romanzo sta nel fatto che l'autore ha vissuto in prima persona la malattia e la morte di una persona cara e ce lo dimostra la dedica.

                                                                            A Jane
"Nell’autunno del 2010 presentai al mio editor l’abbozzo di Il nostro amore è per sempre, ma la storia in realtà aveva avuto inizio molti anni prima. Ero innamorato di una donna che si chiamava Jane Blanchard. Una mattina, stavamo facendo una passeggiata per New York City quando lei, apparentemente di punto in bianco, ebbe un violentissimo malore. Era malata di cancro e non lo sapeva. Campò altri due anni, poi morì, ancora giovane. Troppo giovane. Janie, mi manca il tuo sorriso. Spero che tu possa continuare a vivere in questo libro, questa storia d’amore che mi ricorda i nostri tempi felici insieme (anche se non ricordo di aver mai rubato nessuna macchina)."


Lo consiglio a: chi ha letto Colpa delle Stelle di John Green o Resta anche domani di Gayle Forman.  

Vi lascio come sempre con una rase tratta dal libro.

“Non ha importanza che aspetto abbia la fine - ciò che conta è che arriva. Bam, sei finito. Ma la vita, Axi? Ci sono diversi gradi. Puoi viverla a pieno o mezza addormentata. [...] Rischia, Axi. Questo è il segreto. Rischia tutto"