TRAMA:
Capita che il tuo compagno di sempre ti abbandoni. Che tu debba lasciare
la casa in cui sei cresciuto. Che il tuo lavoro venga affidato a un
altro. Che cosa si fa, allora? Rudolf Steiner non ha dubbi: si gioca.
Chiara non ha niente da perdere, e ci prova. Per un mese intero, ogni
giorno, per almeno dieci minuti, decide di fare una cosa nuova, mai
fatta prima. Con la profonda originalità che la contraddistingue, Chiara
Gamberale racconta quanto il cambiamento sia spaventoso, ma necessario.
E dimostra come, un minuto per volta, sia possibile tornare a vivere.
IL MIO COMMENTO:
Quante volte proviamo, nelle nostre giornate, a uscire dai binari
predefiniti della routine e a fare qualcosa che non abbiamo mai fatto
prima?
E' proprio di questo che ci parla Chiara Gamberale.
In parte autobiografico, il libro parla di Chiara che da sposata, si trova senza un marito e un lavoro e dovrà reinventarsi per vivere, così, da protagonista.
Non l'avrei mai detto, anche perché solitamente, e non so per quale motivo, evito gli autori italiani, così come i film italiani. Eppure questo libro e quest'autrice mi hanno stupito.
Chiara, la protagonista, pensava che a lei non sarebbe mai successo...e invece un
giorno suo marito, di punto in bianco, la
lascia e a lei crolla il mondo addosso.
Le sue certezze all'improvviso crollano!
In quel rapporto dove esisteva troppo un "noi", si era perso quell'
"io", che nessuno ha il diritto di sconvolgere e annullare. E un nuovo mondo le si apre e capisce finalmente di quante
occasioni si era privata...lei, insicura, paurosa, sempre bisognosa di
ancore di salvezza.
L'autrice afferma in un'intervista che: “Fare ogni giorno qualcosa di nuovo funziona, per vari motivi. Innanzi
tutto perché ti distrae dall’ossessione, ti impone di pensare ad altro.
Come scrivo nel mio libro, ‘i giochi sono per persone serie’, bisogna
essere disciplinati nella fantasia – e questo è un po’ il mestiere dello
scrittore d’altronde. E poi funziona perché ti mette in contatto con
tutto ciò che ancora non hai conosciuto, della vita e di te stesso. Il
libro comincia in sordina, poi di dieci minuti in dieci minuti accade
qualcosa di grande, cui la protagonista si ritrova a dire sì
istintivamente: senza che lei lo sappia il gioco la sta educando a
considerare i suoi confini come dei limiti da superare”.
E quando le domandano quale esperienza ha veramente provato e trovato particolarmente eccitante, lei risponde: Sono stati tanti i momenti che potrei citare, per esempio quando ho
camminato all’indietro per strada – era l’8 dicembre, uno dei primi
capitoli del libro, che parte il 3 dicembre e arriva fino al 3 gennaio. È
una cosa che ti fa guardare il mondo da una prospettiva diversa, una
prospettiva buffa, bizzarra: mi ha messo tanta allegria quel giorno, e
spero che emerga dalla scrittura.
Altri momenti invece sono stati
difficili. Quando l’io narrante chiede a sua madre di parlarle di sé, e
si rende conto che è la prima volta in 35 anni che lo fa – anche questa è
un’esperienza vissuta davvero – questo genera il lei un forte senso di
colpa.
Ognuno dei ‘dieci minuti’ ti spinge un tasto interiore, tocca un’emozione che ti eri dimenticato di avere”.
Consigliato a chi cerca una lettura piacevole, di svago, non troppo impegnativa, ma che non cada
nel ridicolo, nello scontato.