lunedì 24 novembre 2014

A volte ritornano: "Resurrection"



TRAMA:

Jacob Langston, un bambino di otto anni, viene ritrovato in un'area rurale cinese. Inizialmente il bambino fatica a ricordare la sua identità, ma in seguito ritrova la memoria: dichiara di essere americano e di vivere con i suoi genitori nella città di Arcadia. Quando l'agente J. Martin Bellamy lo riporta negli Stati Uniti, Jacob identifica i suoi genitori in Harold e Lucille Langston, un'anziana coppia che dichiara di aver perso il figlio trent'anni prima, morto a causa di un annegamento. La madre crede nel miracolo, mentre il padre è più propenso a pensare ad una sorta di tentativo di truffa. Lo sceriffo Fred, il quale ha perso la moglie nello stesso incidente in cui è morto Jacob, inizia ad indagare, mentre altre persone decedute iniziano a riapparire in città.

IL MIO COMMENTO:

Ho appena iniziato a vedere "Resurrection" e che dire!?
Mi piace! Negli ultimi giorni su sky avevo visto qualche puntate di Les Revenants, ma mentre quest'ultimo non mi piace, non mi sono piaciuti né i colori né gli attori, "Resurrection" ha fatto centro. Anche con In the flesh, stessa storia, stesso buco nell'acqua, per quanto mi riguarda.

La trama inizia bene. Ora bisognerà scoprire quale sia il segreto.
Come è possibile che un bambino morto 32 anni fa torni in vita, così come l'avevamo lasciato ovvero all'età di otto anni? Come ci si deve sentire a ritrovarsi dinanzi la persona amata dopo tanto tempo, quando ormai si credeva di averla persa per sempre? Quando ormai, a fatica, si era andati avanti con la propria esistenza?

Alla prossima recensione ragassuoli! :-)

giovedì 20 novembre 2014

Recensione di "Cani di paglia"



TRAMA:

La pellicola racconta la storia di uno scrittore di Los Angeles che si trasferisce nella città natale della moglie, nel profondo Sud. Le inevitabili tensioni che nascono all’interno della coppia dovranno essere messe da parte per fronteggiare la minaccia dei conflitti con la gente del posto. 

IL MIO COMMENTO:

Remake di Cane di paglia diretto da Sam Peckinpah, c'è da dire che non visto il primo per cui non so se fosse meglio l'uno o l'altro. Dico solo che a me il film è piaciuto.
E forse proprio il fatto di non aver visto il film di Peckinpah mi ha aiutato a non fare confronti e non odiare, a prescindere, quello diretto da Rod Lurie.
 

David Sumner si trasferisce con la moglie Amy nel paese natìo della donna, un piccolo borgo inglese. L'uomo, spostatosi lì in cerca di pace per concludere le sue sceneggiature, viene ripetutamente preso in giro dai rozzi abitanti del paese che, a sua insaputa, fanno le avance alla moglie. La situazione inizia a degenerare quando Amy viene violentata dai bruti e la gatta della donna viene impalata nell'armadio della coppia. Il timido Sumner si trasformerà a sua volta in un lupo quando, portando a casa un povero minorato mentale accusato di violenze su una ragazzina, si vede assediato dai violenti paesani.

La pellicola mette in scena due mondi, quello borghese e quello disagiato, la città e il paese di contadini ed ex giocatori di football rozzi e violenti. 
"Cani di paglia"è la storia di un uomo comune che viene costretto a cedere agli istinti più feroci e violenti pur di difendere il suo territorio e quella che considera casa sua.
Con questo film, ci si domanda se ognuno di noi è veramente un cane di paglia, una persona introversa, sommessa, che sopporta ogni sopruso, o, nel profondo, l'istinto di sopravvivenza dell'uomo, porta ad essere a nostra volta più violenti dell'oppressore.
Si apre uno spaccato sociale invaso dal senso di una violenza più universale e dilagante.
L'accento è posto sulla percezione visiva della bestialità e della ferocia tradotte in ogni linguaggio espressivo. Così, in una sequenza del film in cui il protagonista è impegnato nella caccia, il cervo che muore è la caduta dell'innocenza violata e la carezza di David sull'animale ormai morto è il tocco di mani ignobili sul corpo della moglie.


VOTO: 8

Frase che racciude il senso del film è: 

 “Si può spingere un uomo al limite ... Ma si aspetti delle conseguenze.”

mercoledì 19 novembre 2014

"Teoria e pratica di ogni cosa"


TRAMA:

La sedicenne Blue van Meer ha perso la mamma quando aveva 5 anni. Da allora è in viaggio per gli Stati Uniti insieme al padre, professore universitario, gran seduttore, gran parlatore che ha sempre la sua da dire, su tutto. Mentre Blue frequenta l’ultimo anno di college e per la prima volta riesce ad avere qualche amicizia inserendosi in un gruppo di cinque studenti, l’enigmatica insegnante che affascina tutti loro muore in maniera misteriosa. E Blue sente che deve scoprire che cosa è successo.


IL MIO COMMENTO:

"Ho gli occhi azzurri, le lentiggini e arrivo a un metro e sessanta circa, con i calzini".

Devo ringraziare una cara amica per questo interessante libro (sai che, naturalmente, mi riferisco a te, Ely).
"Teoria e pratica di ogni cosa" è uno degli ennesimi titoli che non sono stati tradotti letteralmente, infatti il titolo originale è: " Special topics in calamity phisics".

Ad essere onesta, ho rischiato un paio di volte di abbandonarlo perché è veramente un fiume di citazioni e parentesi. A chi è pratico del settore le citazioni messe lì hanno un senso, ma a un'ignorante come me sembrano solo un'interruzione della frase. 

La protagonista, Blue, è una adolescente statunitense che vive seguendo il padre docente universitario nel suo peregrinare per gli atenei. Questo tipo di vita ha impedito che lei potesse crearsi amicizie di lunga data. Inoltre il padre fin da piccolissima la abitua a discutere di politica e di grandi classici della letteratura, il che la porta a vedere con distacco e disinteresse i ragazzini della sua età e i loro stili di vita.

Blue si limita a narrare al sua storia utilizzando riferimenti bibliografici (veri e fittizi) e supporti visivi. La protagonista associa ogni situazione occorsagli nel reale a saggi o romanzi che ha letto. 
Il padre decide, per una volta, e almeno per un periodo lungo un anno, di fermarsi nella cittadina di Stockton, North Carolina. 
E' qui che Blue incontrerà la misteriosa e stravagante professoressa Hannah Shneider, legata ai cosiddetti "Sangueblu", un clan esclusivo formato da cinque studenti coetanei della ragazza, che lei si troverà a frequentare. Blue si troverà presto, però, a fare i conti con la morte improvvisa della professoressa e con un'indagine che la vedrà impegnata in prima persona e che la spingerà a raccontare questa storia su carta.


693 pagine di non facile lettura: un libro complesso, articolato, proprio per questo da scegliere solo quando si è veramente pronti ad affrontare questa lettura.

Un libro che coinvole lentamente, trama originale, con un impianto narrativo notevole.
Una lettura che coivolgerà e stupirà chiunque abbia il coraggio di iniziarla.


 


"Sarà perché ti amo" di Niamh Greene



TRAMA:

E se un evento banale come la perdita di un telefono potesse cambiare una vita? Frankie Rowley è una donna in carriera, un’agente letteraria completamente dedita al suo lavoro. Ha una relazione segreta con un collega ma il suo rapporto più stabile – come tutta la famiglia le rimprovera – è quello con il suo cellulare. Proprio per questo, quando durante un viaggio in aereo per San Francisco smarrisce il prezioso oggetto, si sente persa. Un telefono preso a noleggio non è certo la stessa cosa: soprattutto quando sul display cominciano ad apparire strani messaggi, indirizzati a una ragazza di nome Aimee. Quando gli SMS diventano davvero insistenti e il loro contenuto così intimo, Frankie, piuttosto seccata, sarà costretta a incontrare John, il fratello di Aimee. E senza volerlo si troverà coinvolta in una questione familiare molto complicata da gestire. Chi è Aimee e che cosa vogliono tutti da Frankie? Forse il destino, in cui lei non ha mai creduto, ha in serbo qualche sorpresa…


IL MIO COMMENTO:


"Sarà perchè ti amo" è un romanzo fresco, spensierato.
La protagonista di questa storia è Frankie che ha da poco aperto un'agenzia letteraria, che quindi ancora fatica a decollare, e anche la sua vita sentimentale non va alla grande.

Un giorno Frankie riceve un avviso dalla banca: il suo conto verrà chiuso e lei non potrà più far fronte alle spese della nuova agenzia. Così vola oltreoceano, a San Francisco, dove si trova Ian Cartwright, uno scrittore conosciuto, la cui agente è scomparsa pochi giorni prima. 
Frankie perde l’iPhone per lei indispensabile e si fa prendere dal panico. Denuncia in aeroporto la scomparsa del proprio cellulare e poi ne affitta un altro per sostituirlo momentaneamente. Intanto, a San Francisco riesce a contattare il famoso scrittore, ma al nuovo numero di cellulare, arrivano strani messaggi. Quando Frankie risponde agli SMS dicendo che l’interlocutore ha sbagliato numero, un uomo le risponde e quasi l’assale verbalmente asserendo che quello è il cellulare di Aimee, una giovane donna . 
Frankie scopre che quel numero apparteneva alla sorella dell'uomo, morta per un male. Da qui inizierà a prendere forma, pian piano, la storia d'amore fra i due.

E' scritto decentemente, è scorrevole e piacevole a leggersi, anche se non mi ha colpito particolarmente. 
Insomma... che dire!?
Se non volete un libro non impegnativo per passare una serata o poche ore, allora "Sarà perché ti amo" fa per voi. 

"Per dieci minuti" di Chiara Gamberale



TRAMA:

Capita che il tuo compagno di sempre ti abbandoni. Che tu debba lasciare la casa in cui sei cresciuto. Che il tuo lavoro venga affidato a un altro. Che cosa si fa, allora? Rudolf Steiner non ha dubbi: si gioca. Chiara non ha niente da perdere, e ci prova. Per un mese intero, ogni giorno, per almeno dieci minuti, decide di fare una cosa nuova, mai fatta prima. Con la profonda originalità che la contraddistingue, Chiara Gamberale racconta quanto il cambiamento sia spaventoso, ma necessario. E dimostra come, un minuto per volta, sia possibile tornare a vivere.


IL MIO COMMENTO:

Quante volte proviamo, nelle nostre giornate, a uscire dai binari predefiniti della routine e a fare qualcosa che non abbiamo mai fatto prima?
E' proprio di questo che ci parla Chiara Gamberale.
In parte autobiografico, il libro parla di Chiara che da sposata, si trova senza un marito e un lavoro e dovrà reinventarsi per vivere, così, da protagonista.
Non l'avrei mai detto, anche perché solitamente, e non so per quale motivo, evito gli autori italiani, così come i film italiani. Eppure questo libro e quest'autrice mi hanno stupito.
Chiara, la protagonista, pensava che a lei non sarebbe mai successo...e invece un giorno suo marito, di punto in bianco, la lascia e a lei crolla il mondo addosso.
Le sue certezze all'improvviso crollano!
In quel rapporto dove esisteva troppo un "noi", si era perso quell' "io", che nessuno ha il diritto di sconvolgere e annullare. E un nuovo mondo le si apre e capisce finalmente di quante occasioni si era privata...lei, insicura, paurosa, sempre bisognosa di ancore di salvezza.

L'autrice afferma in un'intervista che: “Fare ogni giorno qualcosa di nuovo funziona, per vari motivi. Innanzi tutto perché ti distrae dall’ossessione, ti impone di pensare ad altro. Come scrivo nel mio libro, ‘i giochi sono per persone serie’, bisogna essere disciplinati nella fantasia – e questo è un po’ il mestiere dello scrittore d’altronde. E poi funziona perché ti mette in contatto con tutto ciò che ancora non hai conosciuto, della vita e di te stesso. Il libro comincia in sordina, poi di dieci minuti in dieci minuti accade qualcosa di grande, cui la protagonista si ritrova a dire sì istintivamente: senza che lei lo sappia il gioco la sta educando a considerare i suoi confini come dei limiti da superare”.
E quando le domandano quale esperienza ha veramente provato e trovato particolarmente eccitante, lei risponde: Sono stati tanti i momenti che potrei citare, per esempio quando ho camminato all’indietro per strada – era l’8 dicembre, uno dei primi capitoli del libro, che parte il 3 dicembre e arriva fino al 3 gennaio. È una cosa che ti fa guardare il mondo da una prospettiva diversa, una prospettiva buffa, bizzarra: mi ha messo tanta allegria quel giorno, e spero che emerga dalla scrittura.
Altri momenti invece sono stati difficili. Quando l’io narrante chiede a sua madre di parlarle di sé, e si rende conto che è la prima volta in 35 anni che lo fa – anche questa è un’esperienza vissuta davvero – questo genera il lei un forte senso di colpa.
Ognuno dei ‘dieci minuti’ ti spinge un tasto interiore, tocca un’emozione che ti eri dimenticato di avere”.

Consigliato a chi cerca una lettura piacevole, di svago, non troppo impegnativa, ma che non cada nel ridicolo, nello scontato.

 

"Una ragione per vivere" di Rebecca Donovan


TRAMA:

Emma Thomas ha scelto di fuggire. È scappata via da Weslyn lasciandosi alle spalle gli incubi del passato. Ha chiuso a chiave il suo cuore e ha deciso che non permetterà a nessuno di raggiungerla, di riempire il vuoto che sente dentro. Ora è all’università in California, ha stretto nuove amicizie e ha un nuovo ragazzo. Con Evan, il suo grande amore di una volta, è tutto finito: Emma sa che gli ha fatto troppo male e che è troppo tardi per tornare indietro. Ma Evan non ha dimenticato la ragazza che gli ha spezzato il cuore. La sta ancora aspettando, e quando arriva l’estate nulla potrà più opporsi al loro destino…


IL MIO COMMENTO:

“Una ragione per vivere” è il terzo ed ultimo romanzo della trilogia “Il mio segreto universo” di Rebecca Donovan.
Non ho letto i primi due e forse anche meglio perché non so se avrei continuato la lettura, come invece ho fatto. Ho continuato fino a pià della metà del libro e poi ho mollato, e solo perché volevo capire quale misterioso segreto nascondesse la progatonista, Emma.
Il libro si apre con lei, Emma, che va a vivere con altre tre ragazze, mentre la miglior amica Sara lascia il ragazzo e va in Francia.

Si capisce che Emma è una tipa a cui non piacciono le feste e la vita mondana (anche perché durante il libro non so quante volte è stato ripetuto), per cui preferisce stare a casa e sotto il letto nasconde una scatola contenente un maglioncino rosa ed altre cose. Segreti che non vuole tirare fuori, il perché se non vuole tirare fuori ricordi dolorosi, non riesco perché si porti questa scatola dietro.
Alla fine Emma si convince ad andare a una di queste famose feste con le amiche e da qui si parte con un'accozzaglia di feste continue in cui, abitualmente, Emma si ritrova ubriaca per non pensare.

Le amiche la lasciavano sola e poi si meravigliano se a fine serata la trovavano sempre ubriaca, lei, Emma, pensa solo e sempre a Evan, però, caso strano, incontra altri ragazzi e ha una frequentazione con uno di loro... mah!
 

E poi, Emma che a tutti i costi deve incontrare Jonathan. All'inizio credevo fosse lui il ragazzo di cui si era innamorata e che aveva lasciato, facendolo soffrire. Invece no, era Evan.
Insomma... alla fine ho mollato. Non sono riuscita nemmeno ad arrivare alla fine.
Mi sono arresa quando lei incontra di nuovo Evan (il suo amore) al funerale della madre suicida, e iniziano dei cambi di personaggi e lì proprio la confusione. Improvvisamente si passava dal punto di vista di Emma al punto di vista di Evan, quasi come una pallina di ping pong.

In poche parole... NOIOSO!!




martedì 18 novembre 2014

"Una scommessa d'amore" di Katie McGarry




 TRAMA:

Se la verità su ciò che accade a casa di Beth Risk saltasse fuori, sua madre finirebbe in cella e lei chissà dove. Perciò, quando lo zio Scott ricompare dopo anni di silenzio e la costringe a scegliere tra la libertà di sua madre e la propria felicità, lei accetta di tornare nella sua città natale e abbandonare i suoi due migliori amici, Noah e Isaiah. Ryan Stone è una promessa del baseball e un brillante scrittore. La sua "perfetta" famiglia nasconde un segreto, qualcosa che non ha mai rivelato a nessuno, nemmeno al gruppo di amici con cui è solito divertirsi giocando a sfidarsi alle imprese più pazze. L'ultima scommessa riguarda la bellissima e scostante studentessa che si aggira come un pesce fuor d'acqua nei corridoi della scuola. A Ryan non piace perdere e ce la mette tutta per riuscire nell'impresa di portarla fuori... ma ciò che nasce per gioco si trasforma ben presto in un'attrazione a cui né lui né Beth sapranno resistere.


IL MIO COMMENTO:

Il primo romanzo della serie, la storia fra Noah e Echo, mi aveva preso, intrigato. La scrittura era fluida, scorrevole, semplice, ma riusciva a far capire al lettore i due personaggi nel profondo e la trama era ben articolata.
Anche questo non delude. La trama è ben articolata ed è ben scritto, anche questo.

Il fatto che la protagonista fosse Beth, amica di Noah, non ha giovato all'inizi perchè il suo personaggio non mi stava molto simpatico. Però, dopo, l'ho rivalutata.
Anche Beth ha una storia passata triste e difficile, come tutti i personaggi di cui parla Katie McGarry. I protagonisti sono sempre giovani adolescenti, non inseriti nella società, con problemi con la giustizia, le droghe e l'alcool.
Beth a causa di questo passato (una madre drogata, un compagno che la picchia e ha picchiato anche Beth svariate volte), è fredda, sarcastica, sempre distaccata. Lei risponde a tono e non crede nelle favole. Non crede nel principe azzurro.
E' qui che arriverà Ryan. Ryan le sconvolgerà la vita e lei sconvolgerà la vita di Ryan.

Ryan, a differenza di Beth, viene da una buona famiglia, è un ragazzo ricercato e ben voluto. La sua famiglia però vive di apparenze, di far bella figura con la gente. Proprio per questo il fratello Mark se ne è andato perché i genitori non accettavano la sua omosessualità e non volevano che si sapesse in giro.
Ryan conosce Beth in un locale grazie ad una scommessa. Alla fine della serata dovrà avere il numero di telefono di Beth, ma con lei niente è semplice.Nella vita di Ryan, dove tutto è apparenza, Beth è qualcosa di nuovo, di incredibile. Lei è quello di cui ha bisogno per allontanarsi da una famiglia che ha deciso che il suo futuro è il baseball e non c'è posto per il suo vero sogno, la scrittura.
Apprezzo molto lo stile e la cura che Katie McGarry mette nel raccontarci la vita e le difficili situazioni dei suoi personaggi. 

Adesso aspetto con ansia il libro di Isaiah!
Al prossimo libro e alla prossima recensione! :-)



World War Z o World War Zzzzzzzzz!?

Tratto dal romanzo del 2006 “World War Z. La guerra mondiale degli zombi” di Max Brooks, il film di Marc Foster (Monster’s Ball) è il primo, più costoso, mainstream a tema zombie della storia del cinema. 



Poco sangue, anzi potremo dire assente, WWZ è un prodotto carino per chi non ha pretese e vuole passare un po' di tempo con un bel pacco di pop corn affianco.
Più che un horror o uno zombie movie, come è stato definito da diversi siti, WWZ è un disaster movie. C'è più azione che horror.
La novità!?

Gli zombie non sono i soliti tizi lenti nei movimenti e mentalmente parlando, anzi...
al minimo rumore corrono velocissimi, sembrano squali al sentore della prima goccia di sangue in acqua.
Altra novità rispetto ad altri film!? Gli zombie non mordono coloro che hanno una qualsiasi malattia, microbiologica o no. 

Che strano che ne sia accorto solo Brad e sul finale, quasi. Quando le strutture ospedaliere sono, purtroppo anche nella realtà, piene di soggeti malati e magari negli stadi terminali della patologia.
Per cui lo scopo finale del protagonista, interpretato da Brad Pitt, è quello di trovare un vaccino per fermare questo virus che, in modo veloce, sta trasformando tutti gli abitanti del mondo perché questo virus non è un normale virus. In pochi minuti, in alcuni casi si parla di secondi, dopo il morso, la persona è già uno zombie. Che velocità! Questo virus non sa cosa sia il periodo di incubazione si vede! :-)



 










 


Diversi personaggi mi hanno lasciato un po' così...titubante, soprattuto il personaggio di Tommy.
Tommy è un bambino che un attimo prima è nell'appartamento dei genitori e l'attimo dopo ha una pistola con la quale mette fuori gioco uno zombie, e salta sull'aereo con Brad Pitt e famiglia. E per tutto il film mai una volta che abbia detto: "Mi mancano... mi manca mamma!". Sembra un personaggio messo lì giusto per far un po' di volume.


VOTO: 5-6

Film consigliato sempre a chi non si aspetta un horror di quelli entusiasmanti, ma un film da guardare in una sera disimpegnata. Quindi, non aspettatevi un film horror perché ne potreste rimanere delusi.



Recensione di The Judge



TRAMA:


Hank Palmer è un affermato avvocato difensore di criminali. Quando torna nella piccola città d'origine per i funerali della madre, ad attenderlo trova il padre Joseph, stimato e onesto giudice, e i suoi due fratelli. Il rapporto con il padre è freddo e conflittuale, ma quando l'uomo viene accusato di omicidio, Hank decide di restare e aiutarlo difendendolo in tribunale. Il criminine di cui è accusato riguarda un omicida che lui stesso aveva condannato vent'anni prima. Il giudice non ricorda nulla e Hank è l'unico che crede nella sua innocenza.












IL MIO COMMENTO:

Bello ed emozionante.
Un carismatico Robert Downey Jr
Sposato ma ad un passo dal divorzio, riceve la notizia che sua madre è venuta a mancare. Con il dolore nel cuore, Hank, decide di tornare nel suo paese d’origine affrontando un padre scostante (Duvall appunto) ed un fratello burbero e fortemente legato alla famiglia. Il padre di Hank, un giudice integerrimo e malato terminale di cancro, si trova coinvolto in un caso di omicidio. Quanto è accaduto è stata pura casualità o reale intenzione? Su questa linea, Hank, deciderà di difendere il padre da un’accusa che fa riemergere vecchi dissapori e ferite mai rimarginate. - See more at: http://www.myreviews.it/93432_the-judge-recensione/#sthash.koAaE2Vo.dpuf
Hank Palmer, il protagonista, è una affermato avvocato, sposato, ma prossimo al divorzio che torna nel suo paese per la morta della madre. Qui dovrà fare i conti con il padre con il quale non ha mai avuto un bellissimo rapporto e quando è ormai pronto per andarsene, dopo l'ennesimo litigio, il padre (si scoprirà solo dopo malato di cancro e quindi non sempre lucido per via delle medicine) viene portato alla centrale di polizia perché si sospetta possa aver investito un uomo.
Uomo che lo stesso Joseph, stimato e onesto giudice, ha incontrato nell'aula di tribunale e, non essendoci prove consistenti, ha rilasciato perché vedeva in lui il figlio giovane e ribelle. Così facendo ha dato modo all'uomo la libertà di poter uccidere una ragazza.
Accusato di omicidio, l’uomo è costretto a rivolgersi all’ultimo difensore che avrebbe mai pensato di interpellare, il secondogenito Hank.






 
Dopo 20 anni, il protagonista si troverà a dover fare un salto indietro nel tempo che lo mette spalle al muro anche come padre perché con la sua bambina in fondo ha trascorso solo fugaci momenti tra una deposizione e un processo.

The Judge è un film intimista, intenso, commovente, pieno di emozioni.
Un film che punta i riflettori su un piccolo centro e spiazza e convince, e riporta, così facendo, lo spettatore all’infanzia, lo spinge ad esaminare e ripercorrere i propri legami familiari forse non malvagi o forse lisi se, non addirittura, spezzati.

VOTO: 9

Consigliatissimo!

 
PS: Naturalmente vi ricordo che se vi piace il blog e volete seguirlo a lato potete mettere "mi piace" o iscrivervi come lettori fissi, così sarete sempre aggiornati sui nuovi post. E se vi è piaciuto in modo particolare questo articolo ricordatevi il "+ 1".
Grazie!

See you soon!
Un carismatico Robert Downey Jr

L'ambizioso "Cloud Atlas"




Cloud Atlas = sei storie collegate in sei epoche differenti.

 « Un'epica storia del genere umano nella quale le azioni e le conseguenze delle nostre vite si intrecciano attraverso il passato, il presente e il futuro, come una sola anima è trasformata da un assassino in un salvatore e un unico atto di gentilezza si insinua nei secoli sino ad ispirare una rivoluzione »

Cloud Atlas è un film del 2012 tratto dal romanzo L'atlante delle nuvole di David Mitchell.
Entriamo ora nel merito del film.
A metà ottocento un avvocato americano si adopera contro la schiavitù, negli anni '30 un giovane compositore bisessuale viene incastrato da un grandissimo autore e alla fine si suicida, a San Francisco negli anni '70 una giornalista cerca di svelare un complotto per la realizzazione di un reattore nucleare, ai giorni nostri in Inghilterra un anziano editore viene incastrato e internato in una casa di cura da cui cercherà di fuggire, nella Seul del 2144 un clone si unisce ai ribelli e infine nel 2321 un uomo  si ribella alla tribù dominante.

Vedendola così non sembrano poi avere dei collegamenti queste sei diverse storie, eppure un collegamento, seppur difficile da individuare, c'è. Ogni anima è legata a quella di un'altra epoca. Il film non parla della storia dei personaggi, ma delle loro anime.
Ambizioso. Difficile da capire e seguire per chi arriva a guardarlo impreparato, per chi non arriva con una minima conoscenza della trama e delle tematiche trattate.


 











 Devo dir la verità: l'ho visto al cinema (perché dovevo vedere il mio Tom Hanks).
A fine film era un po' delusa, mi aspettavo di piu o avevo preteso chissà cosa da un film che comunque avrebbe dovuto portarci nell'ottocento e da lì, fino al 2321, un lavoro non semplice. Sono andata al cinema col mio ragazzo e ricordo ancora che, alla fine del primo tempo, mi disse: ma che film hai scelto? Seguito, subito dopo, dalla donna affianco che stava facendo la stessa domanda al marito, presumo.

Io, pero, nonostante avessi visto il trailer e letto la trama, e pur non essendo rimasta contenta della pellicola, l'ho rivisto per ben altre due volte (si, sono masochista!) e ho avuto la possibilità cosi facendo di rivalutarlo e di comprendere al meglio le tematiche del film. 
Perché si, Cloud Atlas tocca tematiche tutt'altro che banali come il senso delle nostre azioni e quindi delle nostre scelte, la reincarnazione, l'aldilà e l'amore intenso come la ricerca dell'anima gemella di epoca in epoca.



Come ho già detto forse troppo ambizioso, forse è troppo voler racchiudere sei storie così diverse in 172 minuti di pellicola, per questo si crea anche un bel po' di confusione nello spettatore. Grandissimi gli attori, a mio avviso, che si sono destreggiati a dover impersonare dei soggetti diversi. 
Un particolare significativo presente nel film è una voglia a forma di stella cadente presente in diversi personaggi, e saranno proprio questi personaggi a cercare di cambiare il mondo in cui vivono.
Lascio a voi la decisione di volerlo vedere o meno, sicuramente vi dico che la visione non è leggera e anche seguendolo con la massima attenzione potreste perdervi lunga la strada.
Vi saluto con alcune frasi del film.

 Il suocero: "Siete solo delle gocce in un oceano"
Adam: "Cos'è l'oceano? Se non una moltitudine di gocce..." 

 "Tutti i confini sono convenzioni. In attesa di essere superati. Si può superare qualunque convenzione, solo se prima si può concepire di poterlo fare. In momenti come questo, sento chiaramente battere il tuo cuore, come sento il mio. E so che la separazione è un'illusione. La mia vita si estende ben oltre i limiti di me stesso…" 

"Essere vuol dire essere percepiti. Pertanto conoscere se stessi è possibile solo attraverso gli occhi degli altri…" 

 "C'è un ordine naturale in questo mondo e coloro che tentano di capovolgerlo non se la passano bene." 

 "Credo che esista un altro mondo che ci attende, Sixsmith. Un mondo migliore. E io ti attenderò lì"


Buona visione! :-)








lunedì 17 novembre 2014

Snowpiercer Le Transperceneige: Recensione


Diretto dal regista coreano Bong Joon-Ho, autore di “The Host” e “Mother”, arriva in Italia “Snowpiercer” il 27 febbraio 2014. Il film si basa su un fumetto francese dal titolo “Le Transperceneige” e racconta una storia fantascientifica subito dopo che un’apocalisse ha colpito il nostro pianeta.
Veniamo alla trama.




Trama:
 

In una nuova Era Glaciale che dura ormai da 17 anni, gli unici sopravvissuti si trovano a bordo dello Snowpiercer, un treno mosso da un motore a moto perpetuo. A causa del cambiamento climatico, l’intero pianeta è ora completamente ghiacciato. I superstiti alla glaciazione viaggiano su questo treno che effettua da anni un moto perpetuo intorno alla terra. La sezione di coda dello Snowpiercer assomiglia ai bassifondi dove vivono i più poveri che soffrono il freddo e la fame, mentre nella testa del treno si trovano gli eletti che si abbandonano ai piaceri, all’alcol e alle droghe, circondati dal lusso. Sul treno, le condizioni sociali sono davvero inique. Durante il 17° anno di questo infinito viaggio, Curtis, giovane leader della sezione di coda, fomenta una rivolta che cova da molto tempo. Per liberare i vagoni della coda, e alla fine l’intero convoglio, Curtis e i suoi compagni di viaggio tentano la presa della locomotiva in testa al treno dove si trova Wilford, il guardiano della sala macchine, in un susseguirsi di colpi di scena.


IL MIO COMMENTO:

Ho appena finito di vedere questa pellicola che merita.
In una nuova era glaciale che dura ormai da 17 anni, gli unici sopravvissuti nel mondo si trovano su un treno con un motore a moto perpetuo chiamato Snowpiercer. Tutto questo a causa di un esperimento non riuscito.

Bel film, bella trama con un significato incredibile. Una pellicola poco pubblicizzata però, come spesso capita ai film che meritano.
 
Niente di nuovo, si dirà: per decenni, vedi Elysium, Upside down, il cinema non ha fatto che riproporci parafrasi dello stesso soggetto, lotta di classe compresa. Questa volta, però, le cose vanno diversamente. I superstiti viaggiano sulla locomotiva in cui la prima classe è composta da tutti coloro che erano stati invitati dal signor Wilford a salire sul treno quando iniziò il suo giro perenne e ormai lo venerano come un Dio. Poi ci sono i “turisti” di economy che sono quelle persone alle dipendenze degli invitati che svolgono tutte le mansioni “pesanti” sul treno. 





La seconda classe è invece composta da coloro che sono riuscite a salire a bordo durante gli ultimi giorni prima del cataclisma. Coloro che, invece, viv0no nei vagoni finali, vivono nella povertà e nello sporco.


Il treno inteso come metafora della vita.In fondo i piedi, in cima la testa, ognuno occupa il proprio posto nel mondo e chi tenta di sovvertire quest’ordine minaccia la stabilità del mondo intero. Il messaggio del film mi ricorda un po' Cloud Atlas. 
Da vedere, assolutamente, soprattuto se amate il genere fantasy, fantascienza.
VOTO: 8


























6x07: Do You Remember The First Time!?


TRAMA:

Quando il passato torna per perseguitarla, Elena (Nina Dobrev) è costretta ad affrontare in maniera diretta i suoi problemi. Dopo una notte fuori all’annuale Raccolta fondi del Centro Medico Whitmore, Jo (guest star Jodi Lyn O’Keefe) si apre ad Alaric (Matt Davis) sul suo tragico passato. Nel frattempo, Stefan (Paul Wesley), Matt (Zach Roerig) e Enzo (Michael Malarkey) fanno ricorso a misure estreme quando Tripp (guest star Colin Ferguson) rifiuta di fornire informazioni sulla sua operazione ammazza-vampiri, e Caroline (Candice Accola) è in corsa contro il tempo quando lo Sceriffo Forbes (guest star Marguerite MacIntyre) viene tirata in mezzo ad un piano pericoloso. Da qualche altra parte, Tyler (Michael Trevino) e Liv (guest star Penelope Mitchell) si avvicinano, e Damon (Ian Somerhalder) scopre per caso un sorprendente indizio che riaccende la sua speranza. Anche Kat Graham compare nell’episodio.






IL MIO COMMENTO:

Puntata superba e con una grande rivelazione: Bonnie è viva!
E a chi ha mandato un messaggio attraverso il suo orsacchiotto? A Damon ovviamente.
La nostra cara Bonnie è ancora intrappolata con quello psicopatico che è imparentato con la “simpatica” dottoressa, nuova conquista di Alaric.

Andiamo a Damon.
E andiamo al suo sguardo distrutto. Vedere Damon in quel modo e sentire le parole di Elena: “Mi dispiace, semplicemente io non ricordo più niente”.

Stagione dopo stagione a astar lì ad apsettare che finalmente Elena si accorga di Damon e lasci quel "rincoglionito" di Stefan e ora!? Distrutto tutto, così.
E poi la sua rabbia, quella di Damon, perché lui vrebbe preferito soffrire in eterno piuttosto che dimenticarla. Perché come dicevamo il dolore non va cancellato, ma elaborato.

E infine Damon che le dice addio.




E per ultimo: Caroline e Stefan.
Non avrei mai detto che avrei desiderato una storia fra loro. All'inizio li preferivo come amici e poi Caroline l'ho sempre vista vicino a Klaus. Che peccato che la loro storia non abbia avuto un seguito, anche se l'ultima frase di Klaus rivolta a Caroline ci fa sperare che l'ultimo amore di Caroline sia proprio lui.Ci voleva il geniale Enzo (o Enzou) per far aprire gli occhi a Stefan che mi è rimasto alquanto confuso al momento della rivelazione. Come sempre del resto, è un po' confuso sempre lui.



 

Caroline: Perchè avevo un debole per te? Non lo so, Stefan. forse perchè ho pensato che valesse la pena provare qualcosa per te. Perchè quando sono diventata un vampiro tu mi hai detto che ce l'avrei fatta e ce l'ho fatta.Perchè quando ho visto Elena voltare pagina e stare con tuo fratello non riuscivo ad immaginare perchè lei lasciasse andare qualcuno come te.Perchè eri praticamente il mio migliore amico, perchè mi fidavo di te.

Quello che prova Stefan non è ancora chiaro, ma lo sarà nel corso della stagione. Di sicuro Caroline ha le idee chiare, lo capisce ma lo odia, deve odiarlo perché altrimenti dovrebbe odiare se stessa.

Enzo è davvero uno dei migliori acquisti di questa serie, battute a parte, non solo dà una spinta alla situazione Stefan/Caroline, ma ci libera di Tripp trasformandolo in vampiro e mandandolo oltre il confine. 
Enzo e Damon, oltre a Caroline che rimarrà sempre la mia preferita (difetti caratteriali a parte), sono i piu simpatici, a mio avviso. Li adoro.
La miglior battuta di Enzou è stata: "Avevo le dita sporche di sangue e il touchscreen non funzionava!". Come si fa a non amare questo personaggio!?
E si conclude così quest'altra puntata.

The Vampire Diaries: 6x03, 6x04, 6x05, 6x06 sinossi

6x03: Welcome to paradise


TRAMA:

Nel tentativo di portare di nuovo un pò di divertimento nelle loro vite, Elena (Nina Dobrev) convince Caroline (Candice Accola) ad incontrarla al laghetto, dove ha intenzione di presentarla a Liam (guest star Marco James). Tyler (Michael Trevino), che sta ancora lavorando sul controllo dei suoi problemi di rabbia, chiede a Liv (guest star Penelope Mitchell) un favore ed è sorpreso quando lei fa una confessione inaspettata. Stefan (Paul Wesley) torna a Mystic Falls in cerca di Enzo (Michael Malarkey) ed è colto alla sprovvista quando nota uno strano cambiamento in Elena. Nel frattempo, al lago, le azioni di Enzo portano Matt (Zach Roerig) a fare una rivelazione sorprendente, e Jeremy fa una scoperta circa l’incantesimo anti-magia che potrebbe potenzialmente mettere in pericolo la vita di Elena. Altrove, Damon (Ian Somerhalder) e Bonnie (Kat Graham) si imbattono in indizi che li portano a credere che non siano soli.
Eccovi il promo!





6x04: BLACK HOLE SUN





TRAMA:

Quando Damon (Ian Somerhalder) e Bonnie (Kat Graham) capiscono che svelare un periodo del passato di Damon potrebbe fornire indizi per scoprire la loro strada verso casa, Damon è costretto a rivivere uno dei giorni più brutti della sua vita. Dopo un imbarazzante discussione con Jo (guest star Jodi Lyn O’Keefe) all’ospedale, Alaric (Matt Davis) interviene per aiutare Jeremy (Steven R. McQueen) a rimettere insieme la sua vita e reagire alla morte di Bonnie. Da qualche altra parte Stefan (Paul Wesley) prova a mostrare a Elena (Nina Dobrev) come è ricominciare da capo e crearsi una nuova identità, mentre un ignaro Matt (Zach Roerig) si trova in una situazione allarmante quando Tripp (guest star Colin Ferguson) condivide con lui un oscuro segreto. Infine, Stefan, disperato per ritrovare un po’ di normalità nella sua vita, è scioccato quando un visitatore inatteso si presenta.

IL MIO COMMENTO:

Altra settimana, altro episodio di The Vampire Diaries e altro brano per il titolo. "Black Hole Sun" è una canzone dei Soundgarden, tratta dall'album Superunknown.

Ooooooohhhhhh...che bella puntata!
Sembra che le cose si stiano movimentando a Mystic Falls. 

Ci sono cose che rimangono sempre le stesse, per esempio Elena che fa la gatta morta con Stefan, ma ad uno Stefan che, a causa della morte di Damon, si è completamente bevuto il cervello no. Però almeno è un po' più simpatico del solito il nostro Stefan.


Finalmente scopriamo che cosa è successo in quel giorno del 1994 dove son bloccati Damon, Bonnie e Kai. Ebbene si, nella puntata precedente Bonnie e Damon hanno scoperto di non essere soli, ma di essere in compagnia di Kai e che compagnia!
Scopriamo che è uno psicopatico stregone della Congrega Gemini, che è stato cacciato ed esiliato in quel limbo perché ha fatto a pezzi, impiccato e chi più ne ha più ne metta i suoi fratelli. Ecco il cattivo di turno!E solo il cattivone di Kai sa come abbandonare questo limbo. Ha un aggeggio strano, l’Ascendente, che messo insieme alla potenza dell’eclissi solare e alla magia di Bonnie, li farà ritornare dai loro cari. Ma Bonnie non vuole riportare quello psicopatico da questo lato, quindi non se ne andranno nemmeno loro. 


La scena che mi è piaciuta di più!?
Lo Stefan che insegna ad Elena il suo metodo per ricominciare da capo.

Siamo tutti bravi ad affrontare il dolore dimenticandocelo, così con un bel colpo di spugna, ma il dolore ha bisogno di essere sentito per essere elaborato. 
E così... non vedo l'ora di vere il prossimo episodio! 



6x05:The World Has Turned and Left Turn Me Here


TRAMA:


Con l’Homecoming dietro l’angolo, Elena(Nina Dobrev) invita Liam(guest star Marco James) a partecipare ad una festa nel labirinto di mais con lei. Invece di partecipare ai festeggiamenti dell’homecoming, Caroline(Candice Accola) è preoccupata dopo che Stefan(Paul Wesley) si presenta inaspettatamente e ha bisogno del suo aiuto per sistemare un pasticcio creato da Enzo(Michael Malarkey). Seguendo il consiglio di Elena sull’essere più socievole, Alaric(Matt Davis) frequenta a malincuore la festa, ma un devastante incidente costringe lui e Jo(guest star Jodi Lyn O’Keefe) ad affrettarsi per salvare delle vite. Altrove, Tyler(Michael Trevino) si trova in una posizione pericolosa quando la maledizione del licantropo viene messa alla prova, e uno Stefan emotivamente provato viene capito da Caroline circa la sua intenzione di lasciarsi alla spalle Mystic Falls. Infine, Damon(Ian Somerhalder) e Bonnie(Kat Graham) fanno una scoperta importante che influenza la loro missione per tornare a casa.



6x06:The More You Ignore Me, The Closer I Get



TRAMA:

Quando Alaric (Matt Davis) si rende conto che Jo (gest star Jodi Lyn O’Keefe) non può essere soggiogata, chiede ad Elena (Nina Dobrev) di scavare un pò nel suo passato. Dopo aver saputo che Enzo (Michael Malarkey) è stato catturato da Tripp, Caroline (Candice Accola) fa gruppo con Matt e Stefan (Paul Wesley) per salvarlo prima che Tripp scopra le loro vere identità. Armata di nuove informazioni sul suo passato, Sarah (Guest star Gabrielle Walsh) irrompe nell’ufficio di Tripp (guest star Colin Ferguson) e rimane sorpresa di trovarci Matt (Zach Roerig), mentre sta investigando per conto suo. Nel frattempo, Elena è forzata ad affrontare le conseguenze delle sue azioni, e Jeremy (Steven R. McQueen) tocca il fondo, lasciandosi andare in modo distruttivo. Alla fine, Damon (Ian Somerhalder) è determinato a prendere la questione in mano quando riceve delle notizie sconvolgenti.

IL MIO COMMENTO:

Colpo di scena (come se non sapessimo che alla fine sarebbe tornato a Mystic Falls): Damon è tornato! Che serie sarebbe senza Damon!? Eh già ...

Tra le scene più memorabili non si può non citare la scena in cui Damon ed Elena parlano attraverso la porta chiusa. Altra scena memorabile è la riunione di Damon e Ric, piena dei loro soliti battibecchi. Soprattutto per via del fatto che Alaric ha cancellato i ricordi che Elena aveva di Damon.

Finalmente, anche lo Steroline sta prendendo forma. Un primo momento di confronto con Caroline avviene mentre cercano di salvare Enzo e, alla fine, quando Stefan cerca di tornare da lei strisciando ecco che Caroline se ne esce con un “Non voglio più che siamo amici!”. 
Ben ti sta Stefan! :-)

Con questo vi saluto. Alla prossima puntata!