giovedì 20 novembre 2014

Recensione di "Cani di paglia"



TRAMA:

La pellicola racconta la storia di uno scrittore di Los Angeles che si trasferisce nella città natale della moglie, nel profondo Sud. Le inevitabili tensioni che nascono all’interno della coppia dovranno essere messe da parte per fronteggiare la minaccia dei conflitti con la gente del posto. 

IL MIO COMMENTO:

Remake di Cane di paglia diretto da Sam Peckinpah, c'è da dire che non visto il primo per cui non so se fosse meglio l'uno o l'altro. Dico solo che a me il film è piaciuto.
E forse proprio il fatto di non aver visto il film di Peckinpah mi ha aiutato a non fare confronti e non odiare, a prescindere, quello diretto da Rod Lurie.
 

David Sumner si trasferisce con la moglie Amy nel paese natìo della donna, un piccolo borgo inglese. L'uomo, spostatosi lì in cerca di pace per concludere le sue sceneggiature, viene ripetutamente preso in giro dai rozzi abitanti del paese che, a sua insaputa, fanno le avance alla moglie. La situazione inizia a degenerare quando Amy viene violentata dai bruti e la gatta della donna viene impalata nell'armadio della coppia. Il timido Sumner si trasformerà a sua volta in un lupo quando, portando a casa un povero minorato mentale accusato di violenze su una ragazzina, si vede assediato dai violenti paesani.

La pellicola mette in scena due mondi, quello borghese e quello disagiato, la città e il paese di contadini ed ex giocatori di football rozzi e violenti. 
"Cani di paglia"è la storia di un uomo comune che viene costretto a cedere agli istinti più feroci e violenti pur di difendere il suo territorio e quella che considera casa sua.
Con questo film, ci si domanda se ognuno di noi è veramente un cane di paglia, una persona introversa, sommessa, che sopporta ogni sopruso, o, nel profondo, l'istinto di sopravvivenza dell'uomo, porta ad essere a nostra volta più violenti dell'oppressore.
Si apre uno spaccato sociale invaso dal senso di una violenza più universale e dilagante.
L'accento è posto sulla percezione visiva della bestialità e della ferocia tradotte in ogni linguaggio espressivo. Così, in una sequenza del film in cui il protagonista è impegnato nella caccia, il cervo che muore è la caduta dell'innocenza violata e la carezza di David sull'animale ormai morto è il tocco di mani ignobili sul corpo della moglie.


VOTO: 8

Frase che racciude il senso del film è: 

 “Si può spingere un uomo al limite ... Ma si aspetti delle conseguenze.”

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