domenica 25 maggio 2014

Sfarfallio


Allungo la mano
ed ella si poggia lieve
quasi come sul terreno la neve.

Ecco, un rumore lontano!
Salto sul posto spaventata
ed ella va via come è arrivata.

La osservo volar tra i fiori
con la sua fantasmagorìa di colori,
e dinanzi a tanta ricchezza

mi accorgo della mia immane piccolezza.

L'ultima anguana

Tutto ebbe inizio a Rock Fort.
Ancora oggi, a trecento anni dalla sua nascita, Rock Fort si erge sulla cima di una leggera sporgenza e lì, al centro di una piccola foresta, ecco il castello di Aragon; isolato dal resto del villaggio, le cui abitazioni sono tutte costruzioni in pietra con porte di legno davanti alle quali, ancora oggi, quando sopraggiunge la sera, gli abitanti sono soliti lasciare una cesta di vimini. Si narra che, un tempo, le anguane, creature incantate, e gli abitanti di Rock Fort vivessero insieme.
Kieran non ne aveva mai vista una, ma aveva sentito diversi racconti degli anziani del villaggio in merito; per alcuni erano vecchie megere, per altri creature per metà donna e per metà serpente o capra, altri ancora le descrivevano come donne bellissime e seducenti. Si racconta che amassero stare presso lo specchio d’acqua, presente a est, alimentato dai torrenti che scendono dalle colline, alle spalle del castello.
Kieran amava pensare che si nascondessero fra loro, e quando le ultime luci si spegnevano, adorava immaginarle aggirarsi furtivamente fra le casupole per sedersi lungo la riva del lago, illuminate dalla soffusa luce lunare.
Peccato che ciò non fosse possibile.
Kieran rammentava suo nonno quando la sera, seduti davanti al focolare, raccontava di donne bellissime dai poteri magici, di posti incantati, di donne cattive come Desdemona, prima regina della dinastia degli Aragon, che cacciò via tutte le anguane dal regno e ordinò a Esther, strega dagli immensi poteri, di erigere un muro magico lungo tutto il perimetro di Rock Fort. Ebbene sì, Rock Fort era una sorta di prigione. Chiunque poteva entrare o uscire, purché non fosse un’anguana, ma lo stesso Kieran si sentiva ingabbiato. Nonostante la protezione magica, gli abitanti non persero l’abitudine della cesta di vimini, sembravano le tenesse lontane.
Il muro non era riuscito a estirpare del tutto certe usanze.
“Kieran?”
La voce del padre lo riscosse da quei pensieri, e si mosse verso il letto su cui lui giaceva, febbricitante.
“Si, padre”
“Un po’ d’acqua, per favore”
Così Kieran versò l’acqua in un bicchiere, dalla brocca posto sul comodino vicino al letto, e pose una mano dietro la nuca del padre, aiutandolo a bere.
Non riusciva a vederlo così. Era sempre stato un uomo attivo, amava stare all’aria aperta. Non si capacitava della velocità con cui aveva perso i sensi durante una festa, organizzata per i suoi cinquant’anni. Improvvisamente, mentre si brindava, si parlava del più e del meno e altri ballavano, era crollato per terra, disteso di lungo. Kieran ricordava ancora il fracasso prodotto dal bicchiere di vino che gli era sfuggito di mano. Non sapeva se dietro di tutto ciò c’era lo zampino dello zio, tutti sapevano quanto fosse vivo in lui il desiderio di avere la corona.
La dinastia degli Aragon era, ormai, da cent’anni al potere, il trono passava di figlio in figlio. Kieran, figlio di Artemio, re di Rock Fort, aveva solo ventidue anni e, per via di una legge, avrebbe dovuto aspettare i venticinque per poter, in caso di morte del padre, succedere al trono; non solo, ma se entro un anno, dalla sua salita al trono, non avesse preso moglie, automaticamente, la corona sarebbe passata al secondo erede al trono in lista di successione; in questo caso, essendo figlio unico, a suo zio, il principe Milos Aragon: un uomo subdolo e furbo, che riusciva a celare la sua invidia nei confronti del fratello con una buona dose di sorrisi e finta cordialità.
Con questi pensieri, posò il bicchiere, sorrise al padre e capì che doveva agire.
Era settembre quando Kieran decise che non poteva rassegnarsi all’idea che per suo padre non c’era via d’uscita.
Sapeva che non sarebbe stato facile e che il percorso, che si accingeva ad affrontare, fosse impervio e interminabile. Ciò che si domandava era: aveva alternative? C’era un altro modo per salvare suo padre? È la risposta era sempre la stessa: no.
Fu così che si mise in viaggio.
Il mattino dopo Candida era lì, lo guardava. Il suo muso sporgeva fuori dallo steccato, dava l’impressione di essere in quella posizione da un po’, come se sentisse che li aspettava un lungo peregrinare. Kieran si appoggiò con la schiena alla staccionata.
“Tu che ne pensi, Candida?”
La risposta di Candida fu un leggero tocco del braccio col suo muso bianco. Del resto, cosa ci si poteva aspettare da un cavallo?
Ormai era ora. Così, una volta preso tutto il necessario, Kieran montò in sella. Giunto al muro, che separava Rock Fort dal misterioso mondo esterno, si voltò e guardò un’ultima volta casa sua.
“Tornerò presto, padre. E’ una promessa.”
Questo fu l’ultima cosa che gli venne alla mente, quando riprese i sensi. Era su un letto, forse.
La vista era confusa, non riusciva a mettere a fuoco le immagini. La cosa più sconcertante era che non riusciva a mettersi seduto, non sentiva le gambe né tantomeno le braccia, e tutto il suo corpo era percorso da brividi.
Un rumore secco e continuo, che gli rammentava il crepitio del legno, ruppe il silenzio, forse un fuoco era acceso da qualche parte, lì vicino a lui. Allora cercò di girarsi, ma il movimento gli procurò un dolore lancinante alla testa che lo portò a chiudere gli occhi.
Cosa gli era successo? Com’era giunto lì, dovunque si trovasse?
Così cercò di parlare, ma inutilmente e tutto ciò che riuscì a emettere fu una sorta di mugolio; allertato, forse, dal lamento, qualcuno si mosse.
Kieran percepì una mano accarezzargli la fronte, poi la guancia e una voce femminile iniziò a sussurrargli, dolcemente, qualcosa ma tutto era confuso e parole come: febbre alta, bosco, sangue gli giungevano come lontane e senza alcun filo logico.
Così, con questi pensieri, cadde nuovamente in un sonno profondo, un sonno senza immagini.
Quando si riprese e riuscì, finalmente, ad aprire gli occhi, lo fece con gran difficoltà; lentamente si mise seduto e cominciò a guardarsi intorno. Era in una grotta, non c’erano dubbi.
Il letto su cui si trovava era in legno ed era appoggiato a una delle pareti rocciose; resti di quello che doveva esser stato un fuoco erano in un angolo a sinistra e accanto a questi ultimi Kieran notò quella che sembrava una coperta. Un’apertura posta alla sua destra permetteva l’ingresso di uno spiraglio di luce. Era giunto il momento di capire cosa fosse successo. Kieran cercò di mettersi in piedi, ma la stanza iniziò a vorticare.
“Chi ti ha detto di alzarti?”
Una voce femminile sopraggiunse dall’entrata e rimbombò in quel piccolo spazio. Kieran si ritrovò, improvvisamente, un braccio esile dietro la schiena che lo aiutò a rimettersi seduto. Fu allora che alzò la testa, e incrociò i suoi occhi di un intenso verde. Non furono solo quelli a colpire l’attenzione di Kieran, ma tutto l’insieme. Era alta, slanciata, indossava una sorta di vestito a fascia bianco.
“Chi sei?” chiese, con voce esitante.
“Ti ho salvato la vita. Mi chiamo Aglaia e questa è casa mia.”
Aveva capito bene? Abitava in una grotta?
“Ora, posso sapere il tuo nome e cosa ci facevi nella Foresta Nera?”
La Foresta Nera.
I ricordi iniziarono a fluire e a prender forma nella mente di Kieran. Era giunto nella Foresta Nera e lì, inspiegabilmente, forse innervosita da un rumore, Candida si era impennata. Lui aveva cercato di calmarla e si era aggrappato alle redini, con forza, ma inutilmente. Così cadde a terra e poi fu il buio.
“Allora?” insistette, Aglaia.
La situazione iniziava ad esser un po’ scocciante e lei si stava innervosendo. Sapeva che appena si sarebbe ripreso, probabilmente, avrebbe dovuto rispondere a domande curiose e indiscrete, e non sapeva se era pronta a tutto questo. Il nervosismo era accentuato, anche, dal fatto che era da secoli che non si trovava da sola con un uomo, e la cosa cominciava a diventare imbarazzante.
“Il mio nome è Kieran. Sono in viaggio da giorni, sto cercando una pianta che cresce solo nella valle di Darrow; mi hanno detto che può guarire da ogni male.”
“Immagino tu ti riferisca alla Tagliabuana. Le sue radici hanno bisogno di molta umidità, ecco perché si trova in prossimità di fiumi o laghi e, solitamente, all’ombra di enormi alberi. I suoi fiori, stranamente, non cercano i raggi del sole, ma prediligono l’ombra ed è la notte, quando c’è la massima oscurità, che, finalmente, si aprono e ti investono con i loro colori accesi.”
Il flusso di parole lo investì.
Chi era Aglaia? Kieran la guardò. Una ciocca di capelli rossi le era scivolata davanti agli occhi mentre parlava e il suo sguardo era diretto verso il bordo del letto, come a evitare i suoi occhi; ma, quasi come se sentisse la sua occhiata bruciante addosso, Aglaia alzò gli occhi. Entrambi trovarono negli occhi dell’altro quello che avevano sempre cercato: Aglaia vide una casa, la famiglia che non aveva mai avuto; Kieran trovò quell’amore che gli era sempre mancato.
Ma si sa, a volte il destino è crudele e non sempre le cose vanno come avremo voluto.
Dopo una lunga chiacchierata, durante la quale Kieran era venuto a sapere che si trovava lì da due giorni, Aglaia si assopì tra le sue braccia. Si erano spostati accanto al fuoco, le cui fiamme proiettavano le loro ombre, allungate e deformi, sulla parete alle loro spalle. In una frazione di secondo Kieran prese una decisione: era giunta l’ora di dover riprendere il cammino. Era arrivato lì per uno scopo preciso e aveva già perso troppo tempo, probabilmente era già tardi, ma lo doveva a suo padre. Non poteva perdere anche lui.
Quand’era ormai presso l’entrata della grotta si voltò a guardarla; l’aveva adagiata sul letto cercando di non svegliarla. Si era rannicchiata in posizione fetale, sembrava una bambina.
Era diventata importante, senza alcun preavviso, senza che lui lo cercasse. Era possibile in così poco tempo?
Forse semplicemente perché l’amore non chiede permesso, l’amore non è un qualcosa di programmato come chi afferma: “Per domani avrò in programma …”
L’amore è così, ti coglie alla sprovvista.
Aglaia era ancora lì ad aspettarlo.
Si avvicinò all’acqua, si tolse i sandali e s’incamminò scalza sulla riva del lago.
Da allora non l’aveva più rivisto.
Rattristita, s’immerse nell’acqua fin sopra la vita e chiuse gli occhi; una luce iniziò a sprigionarsi sotto la superficie dello specchio d’acqua, e diverse squame iniziarono, dal basso vero l’alto, a ricoprirle il corpo. Un’ultima domanda le uscì dalle labbra prima che si trasformasse definitivamente.
“Kieran, dove sei?” domandò, ma non vi fu risposta tranne il lento rimescolio dell’acqua, il vento fra i rami degli alberi e qualche pipistrello, più in là.


Io e te


Gli eroi non sono quelli cui ci hanno abituato.
Gli eroi sono quelli che si svegliano alle sei
e che con una carezza lieve salutano i figli
che ancora sognano,
prima di andare a lavoro.
Gli eroi sono quelli che, dopo una giornata fuori,
riescono a rivedere i figli solo la sera.
Non sono quelli che ci hanno fatto credere, gli eroi.
Gli eroi sono quelli che annegano in città
e il giorno dopo armati di pala
cercano di andare avanti.
Quelli in un ospedale che
combattono, ogni giorno, per la vita.
Gli eroi sono quelli che muoiono lavorando,
quelli che si spengono a ventiquattro anni per un sogno.
Sono i ragazzi che rinunciano
allo sballo di una sera
e poi muoiono per un imbecille contromano.
Gli eroi sono quelli che non crediamo.
Gli eroi sono in mezzo a noi.
Gli eroi sono quelli che, se va bene,
prendono 800 euro
e vivono in un bilocale da 350 euro al mese.
Gli eroi, amore mio,
siamo io e te.

Il nostro amore

Il nostro amore è come la brezza marina,
che lieve si alza in una sera d’estate,
fresca ti accarezza il viso
e lascia nell’aria, leggero,
il profumo di mare.
Fresco, così è il nostro amore.
Il nostro amore è come quando,
in una giornata afosa o dopo un’intensa fatica,
la sete diventa inesauribile.
Così, così è il nostro amore.
Il nostro amore è come l’ape laboriosa
che di fiore in fiore va
per poi tornare all’alveare,
allo stesso modo noi prendiamo
di qua e di là
per poi tornare a casa
a raccontarci il giorno appena finito.
Il nostro amore è forte e protettivo come quell’alveare
che a qualsiasi minaccia esterna
reagisce violento.
Così è il nostro amore: fresco,
assetato, famelico, geloso, sereno.


Sognando ..



E così mi perdo,

mi perdo così.

In queste parole,

in questi giorni tutti uguali,

in queste mie paranoie.

Nei miei pensieri mi perdo

E mi ritrovo un po’ più in là

Sdraiata sul letto

Con gli occhi rivolti al soffitto,


Ignara di ciò che mi circonda.

lunedì 19 maggio 2014

Sandrone Dazieri e il suo "Uccidi il padre"

Sandrone Dazieri è nato a Cremona nel 1964 e, dopo aver abbandonato la carriera di cuoco, è diventato uno dei più apprezzati scrittori e sceneggiatori italiani. Nel 1999 è uscito il suo primo romanzo, Attenti al gorilla (Mondadori), cui hanno fatto seguito numerosi altri, tra cui La cura del gorilla (Einaudi, 2001, da cui è stato tratto l'omonimo film con Claudio Bisio) e l'ultimo in ordine di tempo La bellezza è un malinteso (Mondadori, 2010).


TRAMA:


Un bambino è scomparso in un parco alla periferia di Roma. Poco lontano dal luogo del suo ultimo avvistamento, la madre è stata trovata morta, decapitata. Gli inquirenti credono che il responsabile sia il marito della donna, che in preda a un raptus avrebbe ucciso anche il figlio nascondendone il corpo. Ma quando Colomba Caselli arriva sul luogo del delitto capisce che nella ricostruzione c'è qualcosa che non va...

"Paradiso. Canti delle terre divise"

"Paesi. Canti delle Terre Divise – Inferno" è il primo romanzo fantasy du Francesco Gungui nato a Milano nel 1980, è uno degli autori italiani più conosciuti della narrativa per ragazzi e giovani adulti. Tra i suoi maggiori successi Mi piaci così, venduto in numerosi Paesi.






TRAMA:

Le strade di Maj e Alec, i due ragazzi che hanno acceso i fuochi di rivolta a Europa, si sono divise. Mentre Maj è alla testa dei ribelli nel momento più difficile della loro esistenza, Alec ha accettato l’offerta degli oligarchi di diventare uno di loro, per mostrare al mondo che tutti possono accedere ai gradini più alti del potere. Il volto di Alec è ormai il volto della propaganda dell’Oligarchia e viene trasmesso ventiquattrore su ventiquattro sui megaschermi che campeggiano ovunque, odiato dal Movimento che lo considera un traditore. Ma se Alec si è davvero venduto in cambio di una lussuosa vita in Paradiso, dove gli oligarchi e le loro famiglie vivono accuditi da centinaia di servi e protetti dall’esercito, per quale motivo sembra agire di nascosto dai suoi stessi alleati? E soprattutto, perché vuole a ogni costo andare in America, il continente da poco riscoperto e che è sopravvissuto al cataclisma che ha sconvolto il mondo diventando un impero dedito allo schiavismo?

domenica 18 maggio 2014

Ultimo episodio: grande finale di "The Vampire Diaries"!


Finisce qui questa quinta stagione di "The Vampire Diaries".
Termina con un bel botto, a mio dire. 
Una puntata piena di sentimento, di emozioni. Una di quelle che non si vedeva da tempo perché, a mio parere, questa quinta stagione non mi ha convinto, a parte qualche puntata, ma davvero, davvero poche.


Eravamo rimasti alla morte di Stefan, che sinceramente non aveva fatto chissà quale grande scalpore, a parte la reazione sofferta di Caroline.
Questa ci ha permesso di capire che lei è davvero presa, non è solo una splendida amicizia tra i due. Il fatto che poi non avessero dato così tanta importanza alla sua dipartita, ci aveva lasciato intendere che a breve Stefan sarebbe ritornato tra i vivi.
Purtroppo ero già pronta alla morte di Damon, anche se poi non più di tanto vista la mia reazione nell'apprendere, almeno visto il finale, che Damon non ci sarà nella prossima stagione. Anche se viste le morti e i successivi ritorni, vedi Alaric che ormai avevamo dato per spacciato, non credo ancora che sia proprio un addio. Questa è la cosa che mi ha stancato di The Vampire Diaries. 
Ho capito che si parla di poteri sovrannaturali, di creature della notte e magia, però mi sembra si cada nell'esagerazione il più delle volte.






Bellissima la scena tra Elena e Damon, una delle più toccanti.
Mi è mancata però la scena Stefan-Damon cioè, cavolo, dopo tutto quello che avevano passato tra litigi dovuti soprattutto al loro amore nei confronti di Elena, riavvicinamenti e di nuovo allontanamenti, mi sarei aspettata che la Plec lasciasse un po' di spazio anche a Stefan, al suo di dolore.
Damon mancherà però. Non so se avrà più lo stesso senso.
Era uno dei personaggi più coerenti, coi suoi alti e bassi, di tutto lo show anche se aveva perso quella sua vena polemica, quelle sue frecciatine delle prime stagioni, che mi facevano morire dal ridere. Lui sempre con la battuta pronta. Mi mancherà.


Andiamo a Caroline.
Lei rimarrà sempre la mia preferita. E' cambiata tanto e la trasformazione in vampira l'ha aiutata in questo.
E' maturata. Una delle sfaccettature del suo carattere che a molti non è piaciuta è stata la sua continua polemica al rapporto tra Elena e Damon.
Io, invece, in questo ho visto una ragazza attratta dal cattivo di turno, Klaus. Ho visto una donna che vedeva in Damon un cattivo ragazzo (ricordiamoci che Damon nella prima stagione ha soggiogato Caroline e beveva il suo sangue). Lei vedeva in Elena e Damon sé stessa.
Le sue polemiche erano un modo di autoconvicersi, di allontanare quell'attrazione che lei sentiva come tossica, quell'attrazione che l'avrebbe portata ad innamorarsi di una persona che gli altri non avrebbero accettato. Mi manca la Caroline vicino a Klaus e mi manca il Klaus vicino a Caroline. 
Spero ancora nella frase di Klaus: "io voglio essere il tuo ultimo amore..", spero ancora che lui possa tornare o lei andare a New Orleans. Chi lo sa, con la Plec tutto può succedere.
E' resuscitata tutta Mystic Falls, potrà anche tornare Klaus.

Termina qui questa quinta stagione.
Aspettiamo con ansia il seguito.
Bye Bye

Dolce dormire ...


Finalmente, forse, sta arrivando l'estate!
Così, stamattina, ho sentito dire alla mia padroncina.
Io so solo che ho tanto caldo e cerco sempre zone fresche su cui sdraiarmi con eleganza, come il pavimento di casa o la borsa frigo rotta, che la mia padroncina mi ha lasciato a disposizione per nascondermi e limare i denti.





Oggi, ho optato per il tavolo.

Alla prossima,
Crys.

Chi non muore si rivede! :-)


Cari lettori,
scusate la mia assenza, ma purtroppo lo studio mi chiama.
Nonostante lo studio sono riuscita a leggere un libro, ultimamente, e non solo. Ho dato spazio anche ai miei telefilm preferiti tra una pausa studio e l'altra. 
Ogni tanto un piccolo break ci sta.
Se vi può interessate ho iniziato a seguire un corso di inglese, in tutto ciò, per conseguire poi il PET. Speriamo bene. Chi lo sa, prossimamente, forse, leggerete un mio "english post"! :-)
Spero che questa mio post vi trovi bene.

See you soon,

Rosanna.

domenica 4 maggio 2014

The Vampire Diaries: recensione episodio 5x20

Buongiorno!
Oggi ci ritroviamo per parlare dell'episodio 5x20 di "The Vampire Diaries".





IL MIO COMMENTO:

Elena e Stefan decidono di andare a rifugiarsi nella casa del padre di Caroline, insieme alla stessa e a Damon, per naascondersi dai viaggiatori, i quali li stanno cercando.
Elena e Stefan, come sappiamo, hanno un segreto. Stefan ha causato, non volontariamente, la morte del miglior amico, probabilmente l'unico amico, di Damon, Enzo.
Enzo, la cui morte ancora non mi riesco a spiegare.
Ma eravamo rimasti nella precedente puntata alla minaccia di Enzo. Enzo vuole vendetta, e il fatto che l'Altro Lato si stia disintegrando è una buona chance per lui.
Difatti, la distruzione ormai prossima dell'Altro Lato porta i fantasmi a poter toccare le cose e le persone nel mondo reale. Così, Enzo tenta di affogare Elena, ma interviene subito Damon. Continua tentando anche di ammazza Damon e Stefan, ma si ferma appena Damon gli promette che troverà un modo per farlo tornare, così come è tornato Markos.
In tutto ciò, Caroline è gelosa. Vede continuamente Elena e Stefan parlare fra di loro, il più delle volte a bassa voce e pensa che stiano per tornare insieme e questo le dà molto da pensare.
Non voglio pensare per ora ad un atteggiamento da fidanzata gelosa, non mi sembra il caso. Mi è sembrato più gelosia da paura di perdere il suo miglior amico, come se un suo ipotetico legame con Elena lo potesse allontanare da lei. Non credo che lei pensi a Stefan in altri termini, per il momento.
Damon, naturalmente, scopre che Enzo è stato ucciso e non se ne è andato a Capo Horn, come all'inizio gli aveva detto Stefan. Questo si, lo fa innervosire, ma non come forse ci saremo aspettati o come si aspettavano Elena e Stefan. Non va in giro ad ammazzare gente innocente per ora, come ai vecchi tempi, come tutto le volte che sorge un problema che lo fa soffrire.
Un po' immaturo il ragazzo, proprio come Elena. Solo che lei ha la scusante di avere davvero 18-19 anni.
Tyler, prigioniero dei Viaggiatori, e con uno di loro in corpo, riesce a scappare e torna a casa da Matt, Jeremy e Bonnie, i quali lo torturano per farsi dire dove si nasconde Markos.
Markos sta andando a prendere il corpo dell'amico Viaggiatore perché solo avendo il corpo di quest'ultimo si potrà dare via all'incantesimo che permetterà al Viaggiatore di avere per sempre il corpo di Tyler come proprio.
Bonnie e Jeremy cercano di recuperare il corpo, ma non ce la fanno. Arrivano prima i Viaggiatori. Così, Tyler, che non è la prima volta che si trova in determinate situazioni (ricordiamo Klaus dentro al suo corpo nella terza stagione), non è più Tyler.
Finisce così questa puntata, in cui non possiamo dire che non vi siano stati dei bei momenti. anche se sempre con molta lentezza procediamo verso il finale.
Alla prossima! :-)







THE ORIGINALS: recensione episodio 1x20

Buongiorno cari lettori! :-)
Rivediamo cosa è successo in breve nell'ultima puntata di "The originals".

SINOSSI:

E' il giorno del funerale di Kieran e Francesca Correa chiede a Cami di consegnarle una chiavedi suo zio.
Cami non sa nulla e decide di parlarne con Marcel: il vampiro le mostra la chiave del prete e le riferisce che apre un qualcosa che può eliminare le creature soprannaturali.
Cami decide di aprire la tomba di suo fratello Sean in cui trova una scatola su cui è inciso un messaggio.
Klaus ed Elijah hanno delle visioni su Mikael e Genevieve li riferisce che ciò è causato dalla disgregazione che sta interessando l'altro lato, ovvero il mondo dei soprannaturali.
Inoltre Monique applica dei riti voodoo su Hayley e Genevieve interviene per salvarla, punendo, invece, la sua allieva strega.



La puntata si apre con la morte di padre Kieran e tutta la comunità, naturalmente, si trova riunita in questa triste occasione sotto le notte di "Long Time Traveller".
Tutti si avvicinano, uno ad uno, alla bara per dare l'ultimo saluto al defunto.
Sopraggiunge Klaus e anche lui si avvicina alla bara, alza il coperchio e sorpresa!
Nella bara non c'è padre Kieran, ma una bambina.
Capiamo quindi che ci troviamo in un sogno, dove Klaus sfoggia quel bellissimo sorriso da sciogliere persino un ghiacciaio!
Ma non poteva di certo finire qui! Infatti ecco il nostro Mikael Mikaelson, che affonda un paletto nel cuore del figlio.
Ma a quanto pare Klaus non è il solo ad avere incubi sul caro paparino, anche il nostro Elijah sta avendo incubi su di lui. 
Nel frattempo la nostra Francesca vuole la chiave del defunto padre, che in realtà è nelle mani di Marcel. 
Ed ora arriviamo all'argomento che assilla molti dalla scorsa settimana: la chiave di Kieran. Cami e Marcel la cercano ovunque tranne che nella tomba del diseredato fratello Sean, ed eccola la, nascosta in una scatola sotto un messaggio criptato. Cami si sente in dovere di adempiere alla missione e abbandona Marcel.
In tutto ciò c'è qualcosa che non va: l'Altro Lato si sta disintegrando.
Il WooDoo di Monique fa effetto, la piccola lupa finisce in un sonno simile alla morte e Klaus e Elijah la riportano a casa insieme alla Strega Rossa. Nel suo dormire lei si trova faccia a faccio con il padre di Klaus ed Elijah che prova ad ucciderla, amorevolmente!
Bellissima la scena in cui Elijah e Klaus sono disperati. Hayley e sul tavolo con la bocca macchiata di sangue vampiresco, e non si sveglia. La bambina è viva, ma il cuore di Hayley non batte.
Klaus vuole salvare la bambina, Elijah le vuole salvare entrambe.
Alla fine Hayley è viva e decide di restare in casa Mikaelson, Klaus ha preparato la stanza per il nascituro e finalmente dopo molti episodi eccolo!
Il bacio tra Elijah e Hayley.