sabato 19 aprile 2014

Recensione "ALLEGIANT" di Veronica Roth


"ALLEGIANT" di Veronica Roth


                                                                                                           

                                                                                                              TRAMA:

La realtà che Tris ha sempre conosciuto ormai non esiste più, cancellata nel modo più violento possibile dalla terrificante scoperta che il "sistema per fazioni" era solo il frutto di un esperimento. Circondata solo da orrore e tradimento, la ragazza non si lascia sfuggire l'opportunità di esplorare il mondo esterno, desiderosa di lasciarsi indietro i ricordi dolorosi e di cominciare una nuova vita insieme a Tobias. Ma ciò che trova è ancora più inquietante di quello che ha lasciato. Verità ancora più esplosive marchieranno per sempre le persone che ama, e ancora una volta Tris dovrà affrontare la complessità della natura umana e scegliere tra l'amore e il sacrificio.



                                                      IL MIO COMMENTO:
                          

La trilogia finisce con Allegiant. Divergent e Allegiant sono quelli che ho amato di più, Insurgent non mi aveva convinto più di tanto ed è solo un modo di collegare il primo al terzo, una sorta di libro per allungare un po' il brodo, parliamoci chiaro.

Ho odiato Quattro sia in Insurgent sia in Allegiant. Crede sempre di fare la scelta giusta e non ascolta i consigli degli altri, nemmeno quelli di Tris che è quella che percepisce a naso se una situazione è favorevole o no, se una persona è affidabile o meno.
Finisce questa trilogia e per Tris e Quattro non c'è il solito lieto fine. La guerra finisce e loro si sposano, e vissero tutti felice e contenti. Assolutamente no.
Forse è proprio questo che mi è piaciuto, magari qualcuno storcerà il muso. Amo i libri un po' drammatici, sono quelli che mi fanno piangere e che mi lasciano dentro qualcosa, quanto meno il loro ricordo.

I distopici sono lotte, sono canti che inneggiano alla rivoluzione, sono parate di gente armata – e le vittime, i martiri, i militi ignoti sono necessari.
Veronica Roth è così, un po' crudele.
Questa fine fa un effetto strano, ma fa pur sempre effetto. Non ti scivola tra le dita con leggerezza.
Il libro riassume in un gesto i valori di ogni fazione e mette a tacere i contrasti ideologici. I vestiti si mescolano. 
Lo dice il vestiario grigio pallido degli Abneganti da cui, liberi, fan capolino i tatuaggi degli Intrepidi. Perché si può essere sinceri, gentili, altruisti, coraggiosi senza bisogno di etichette superflue.
                                          

Sto con lui perché lo scelgo ogni giorno quando mi sveglio, ogni giorno in cui litighiamo o ci mentiamo o ci deludiamo a vicenda. Lo scelgo continuamente, e lui sceglie me.”




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